Interessantissima intervista di Saviano a Yuval Noah Harari, ricercatore e storico, uno dei suoi libri più famosi è intitolato Sapiens: A Brief History of Humankind (pubblicato originalmente in ebraico nel 2014 ed in seguito tradotto in 30 lingue)

Qui una piccola parte della intervista, da leggere e sentire il video completo che su Reppublica, Robson del 28 di luglio.

RS: Il latino fu lingua franca, la lingua dell’Impero; il francese fu la lingua imposta da Bonaparte, la lingua della diplomazia; la Spagna impose sul continente americano il castigliano; l’inglese si è poi imposto con il commercio; il cinese mandarino, la lingua più diffusa al mondo, è parlato da oltre 800 milioni di persone. Ma nessuna di queste, imposta dal denaro o dalla quantità di persone che la parlano, ha raggiunto una vera universalità.

YH: Oggi tutti coloro che vivono sul pianeta Terra parlano una sola lingua: questa lingua è la matematica. Che abitiate in Cina, Australia o Brasile, non fa differenza: la lingua che domina le istituzioni, l’economia e la politica è la matematica ed è precisamente questo il linguaggio di cui l’imperialismo europeo ha favorito la diffusione in tutto il globo.

RS: Dalla lingua universale della matematica nasce la rivoluzione degli algoritmi, forse paragonabile a quella dell’identificazione del primo frumento addomesticato, che permise all’uomo da semplice cacciatore e raccoglitore di diventare agricoltore. È dal frumento addomesticato che si è sviluppata la società così come la concepiamo oggi.

YH: Io penso che ciò a cui assistiamo oggi ha probabilmente un impatto evolutivo persino maggiore di quello dell’invenzione dell’agricoltura e dell’allevamento, perché l’attuale rivoluzione dell’intelligenza artificiale e della biotecnologia ci offre la possibilità di cambiare l’umanità stessa, e non soltanto la nostra economia, quello che mangiamo, la società e la politica. Le precedenti rivoluzioni, sia che si tratti della rivoluzione agricola, dell’ascesa dell’Impero Romano o della diffusione della cristianità, hanno cambiato le società ma non hanno modificato il corpo e la mente umani. Ma ora queste nuove conoscenze renderanno possibile per la prima volta la trasformazione del corpo, del cervello e della mente. Verranno così create nuove forme di entità con un numero di caratteristiche diverse da noi maggiore di quello che ci differenzia dagli altri ominidi o dagli scimpanzé.

https://rep.repubblica.it/pwa/robinson/2019/07/28/news/non_siamo_piu_homo_sapiens-232224909/